Urban rebounding

Ideale per chi ha poco tempo , per chi ritiene la corsa o la camminata noiose e per chi cerca una attività divertente e stimolante senza essere troppo coreografica ecco un attrezzo efficace, divertente, in grado di farvi bruciare circa 200 calorie in un solo quarto d’ora: il mini-trampolino elastico. Largo circa un metro e alto una spanna, a molle rinforzate e con una superficie antiscivolo da pochi mesi presente nella nostra palestra anche nella versione inclinabile, ancora più allenante.

Un esercizio antigravitazionale — Denominato anche Urban Rebounding da chi l’ha brevettato, è stato adottato dalla NASA, ovvero l’Istituto Aerospaziale Americano, inserendolo nel programma di allenamento dei suoi specialissimi piloti. Ha effetti positivi sull’apparato cardiorespiratorio potenziandolo, sulle ossa rafforzandole, sul sistema linfatico aiutando a combattere la cellulite e contribuendo a eliminare le tossine, sulla muscolatura, in particolare addominale, continuamente sollecitata per mantenere l’equilibrio e controllare la potenza del salto. Non solo, a differenza di altri esercizi aerobici che sottopongono caviglie, ginocchia e schiena a un certo grado di stress, e pur essendo un workout certamente intenso, l’impatto del piede sulla superficie elastica ammortizza notevolmente il movimento.

Tecnica: le cose da sapere — Sono essenzialmente due gli elementi cui occorre fare attenzione affinché il training sul rebounder sia corretto ed efficace: postura ed equilibrio.

Postura:

l’asse verticale lungo la quale quando si salta obbliga il nostro organismo ad autoregolare la propria postura progressivamente e automaticamente. Un effetto che si ottiene soprattutto grazie al coinvolgimento della muscolatura addominale, obbligata a contenere le oscillazioni degli organi interni. Ed è noto che una parete addominale forte è il presupposto per una schiena sana.

Equilibrio: è la qualità motoria che maggiormente stimola la sensibilità propriocettiva, un meccanismo di controllo molto raffinato, che ha lo scopo di fornire al cervello informazioni della massima precisione e in tempo reale sia su velocità, forza, direzione e accelerazione del movimento che si sta compiendo, sia sui cambiamenti biologici che si verificano nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni in conseguenza del gesto effettuato. Per queste sue caratteristiche, la propriocettività diviene fondamentale non solo per riuscire a eseguire correttamente il movimento, ma anche per correggerlo nel caso in cui imprevedibili eventi esterni vengano a ostacolare i progetti motori programmati. E la precarietà della superficie elastica non fa altro che rinnovare continuamente questa ricerca.

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